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Consigli di lettura: “Sono contenta che mia mamma è morta” di Jennette McCurdy

Foto in evidenza di Krisztina Papp su Unsplash


Leggere il memoir di Jennette McCurdy è come concedersi a ricevere un bel po’ di pugni nello stomaco. Nel suo racconto c’è tutto quello che serve per provare un cocktail di emozioni e sensazioni che ti fanno stare scomodə. Eppure quando inizi non vuoi smettere di leggere, non vuoi distogliere lo sguardo.

L’autrice è stata fin da bambina una star della televisione americana. È nota soprattutto per essere stata tra le protagoniste di iCarly, sit-com andata in onda dal 2007 al 2012 in cui un gruppo da ragazze e ragazzi diventano popolari pubblicando un proprio programma sul web. Ha cominciato a recitare quando aveva sei anni, assecondando il desiderio della madre, disposta a tutto pur di far ottenere alla figlia la carriera che aveva sognato per sé.

Jennette ripercorre anni di insofferenze e abusi, di un’infanzia, un’adolescenza e una giovinezza letteralmente sacrificate sull’altare dell’amore bruciante per la madre. Pur di vederla felice, infatti, la protagonista accetta tutto. Impara diligentemente a ridurre le calorie e a diventare anoressica, interpreta ruoli che non le piacciono, mette da parte la passione per la scrittura, subisce costantemente la feroce imprevedibilità della madre. Il racconto prosegue soffermandosi sulle conseguenze che tutto questo ha sul corpo e sulla mente di Jennette, ma spero tu decida di leggere il libro, perciò non andrò oltre.

Al di là del contenuto disturbante, quello che mi ha colpito e che mi ha risuonato dentro di questa storia è la sua dolorosa universalità. Non bisogna essere un’attrice bambina né avere avuto una madre abusante per sentire il racconto di Jennette McCurdy. La sua voce è al tempo stesso fuori e dentro di te che leggi, ripercorre momenti che hai vissuto anche se non hai vissuto, specialmente se sei cresciutə tra gli anni Novanta e Duemila.

Attraversare questa vita farà male e bene al tempo stesso. Leggere Sono contenta che mia mamma è morta sarà un’esperienza catartica, durante la quale stringerai i pugni e i denti, talvolta vorrai persino chiudere gli occhi. La forza detonante di questo memoir, infatti, sta nell’essere il memoir di tante persone, uno specchio scheggiato in cui può riflettersi un’intera generazione. Ascolti Jennette bambina e ignara, poi adolescente e confusa, ventenne e amareggiata e infine giovane donna scioccata dalla consapevolezza. E, in qualche modo, ti renderai conto che là dentro ci sei anche tu, anche se non ci credi, anche se non vorresti.


📍 Sono contenta che mia mamma è morta è pubblicato in Italia da Mondadori, tradotto da Matteo Curtoni e Maura Parolini.
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