Delle volte, chiudendo un libro, sentiamo la mancanza dei suoi personaggi. Magari abbiamo la sensazione di averli conosciuti davvero, come amiche e amici (o nemiche e nemici) incontrati nella realtà, fuori dalla carta o dallo schermo. Perché succede? Perché chi ha scritto di loro ha saputo immaginarli in modo abbastanza realistico da farli assomigliare a persone vere, rendendoli al tempo stesso sufficientemente memorabili per farli vivere all’interno di una storia.
Quando si tratta di ideare un personaggio, forse avrai sentito parlare dell’importanza delle schede. Sono dei veri e propri identikit in cui inserire ogni informazione utile per inquadrare un personaggio, costruite attraverso tutte le domande che possiamo porci riguardo a una persona. Il nome e il cognome, l’età, il colore degli occhi, il modo in cui sorride, i suoi gesti, i suoi tic, la musica preferita, la scuola che ha o non ha frequentato, la famiglia da cui proviene, ciò che ama e ciò che odia e così via, andando sempre più in profondità. Le schede contengono informazioni che spesso non finiscono direttamente sulla pagina, ma che servono a chi scrive per avere in mente un ritratto nitido, poiché se un personaggio è pensato vagamente sarà anche letto vagamente.
La scheda dei personaggi, quindi, è uno strumento fondamentale che richiede tempo e cura. Insieme a essa, però, è altrettanto importante fornire a ogni nostro personaggio un volto a cui appoggiarci per lavorare. Per farlo, possiamo scegliere tra un’infinità di ritratti che abbiamo a disposizione, tra persone che conosciamo, sconosciuti, personaggi dello spettacolo, viventi, di epoche passate. Va bene tutto, l’importante è avere un ritratto preciso in testa. Un volto sfocato all’inizio può essere misterioso, ma se la mancanza di definizione non nasconde alcun segreto interessante allora la delusione è dietro l’angolo.
A me capita di vagliare tantissime “candidature”, impegnandomi in un vero e proprio casting. Si tratta di una fase divertente e, quando trovo quelli che mi convincono di più, di solito stampo anche le immagini che scelgo, tenendole sempre a portata di mano mentre scrivo. A meno che tu non lo desideri, nessun altro a parte te dovrà conoscere i volti a cui decidi di appoggiarti. Serviranno solo a te per scrivere meglio la tua storia. Dopotutto ognuno ha il diritto di immaginare un personaggio col volto che vuole, perciò non neghiamo a chi legge il piacere di fantasticare (e, al tempo stesso, manteniamo un po’ di segreto sui nostri trucchi del mestiere).